di Rosa Tiziana Bruno
Dati sufficientemente chiari evidenziano che il tessuto sociale รจ ormai caratterizzato da un intreccio di varie culture. Naturalmente la scuola riflette, come un lucido specchio, questa realtร : al suo interno si inserisce unโampia popolazione straniera in continua espansione [ Bilancio demografico - ISTAT- 2007].
Tale contesto impone lโesigenza primaria del confronto. Coabitare non basta, รจ necessario creare assieme una societร in cui realizzarsi. Occorre ricercare obiettivi comuni, come antidoto allo scontro distruttivo.
Come luogo privilegiato di incontro, la scuola puรฒ sviluppare percorsi di riflessione, studio e condivisione. I docenti sono, dunque, chiamati ad attuare una specifica educazione interculturale che aiuti bambini e ragazzi ad appropriarsi di atteggiamenti consapevoli di comunicazione e cooperazione.
Fra le discipline piรน adatte a questo difficile compito, sicuramente la Geografia spicca per la sue eccellenti doti di trasversalitร e compiutezza.
Essa consente una profonda esplorazione del mondo ed offre la possibilitร di percorsi interdisciplinari.
Tuttavia capita spesso che venga affrontata come una materia nozionistica ed enciclopedica, restando prigioniera di unโariditร che non le appartiene.
Al contrario la Geografia, andrebbe intesa come una conoscenza in grado di migliorare la propria vita personale, attraverso una partecipazione piรน consapevole alle relazioni che coinvolgono lโuomo e lo spazio.
Per un giusto approccio didattico della materia si dovrebbe mirare al recupero delle identitร culturali, superando la rigiditร del nozionismo.
Nella scuola elementare, in particolare, lโinsegnamento della disciplina puรฒ servirsi della fiaba. Anzi, i racconti fiabeschi rappresentano sicuramente un canale privilegiato per attuare percorsi interdisciplinari e interculturali.
La Geografia si riallaccia strettamente non solo alla matematica e alle scienze naturali, ma anche alla letteratura, soprattutto quella per lโinfanzia.
Ogni popolo ha infatti ambientato le proprie fiabe nel paesaggio in cui viveva e, narrandole, ha fatto continui riferimenti alle proprie abitudini, alle proprie credenze, alle proprie regole sociali.
Il paesaggio infatti non รจ lo spazio, ma piuttosto lโinsieme delle forme percepibili (clima, vegetazione, strutture agrarie, insediamenti umani) che imprimono ad un dato territorio i suoi caratteri peculiari, la sua individualitร .
Il paesaggio crea l'umanitร , permettendo di riconoscere in esso identitร .
La Geografia รจ connessa con lโinterioritร , esattamente come lo sono i romanzi. Scrittori come Straparola e Andersen hanno da insegnare tanto quanto gli uliveti liguri o greci.
Occorre partire dal presupposto che ogni luogo ha una posizione relativa, mai assoluta, che dipende dallโambiente circostante, dal contesto, da chi lo osserva, dai desideri. Il processo creativo della fantasia รจ quindi un semplice processo di conoscenza di qualcosa che esisteva giร .
Anche le carte geografiche in veritร sono dei racconti. Somigliano piรน a fiabe che non a formule matematiche: narrano con segni, colori, sfumature mondi reali o immaginari, presenti, passati, futuri.
In realtร <
Per queste ragioni Geografia e fiaba popolare sono entrambe capaci di congiungere trasversalmente le culture tra loro, evidenziandone le specificitร e le analogie.
La fiaba รจ, senza dubbio, un ottimo punto di partenza per approfondimenti di tipo geografico.
Infatti lร dove la narrazione evoca desideri, paure o gioie, la geografia puntualizza i luoghi e le ambientazioni delle storie.
La lettura effettuata della maestra in classe, fa emergere nel bambino il desiderio di approfondire le informazioni acquisite dal racconto. Successivamente, la comparazione tra gli elementi dei diversi contesti geografici diventa un ausilio per la formazione della propria identitร culturale ed il riconoscimento di quella altrui.
Conoscere lโaltro comporta la riduzione della paura nei suoi confronti ed una maggiore disponibilitร al dialogo.
In questo modo, attraverso una maggiore conoscenza di sรฉ e del mondo, si realizza la consapevolezza della diversitร .
Il bambino, appassionandosi alla fiaba, impara anche a cogliere la bellezza delle differenze e questo รจ premessa importante per lโacquisizione di atteggiamenti consapevoli di cooperazione.
Il bambino sperimenta la percezione della diversitร quando scopre che personaggi di fiabe famose hanno atteggiamenti differenti rispetto a quelli ai quali lui รจ abituato. Istintivamente, opera una comparazione tra la cultura che gli appartiene e quella che emerge dalla fiaba straniera. Realizza, cosรฌ, un vero e proprio confronto con i personaggi che incontra nella storia.
Sarร lโapprofondimento geografico, poi, ad arricchire il tutto fungendo da sfondo e inquadrando culturalmente le abitudini, i divieti, le gioie, i dolori che vivono i personaggi. Proprio la giusta conoscenza delle peculiaritร culturali di un popolo รจ il punto di partenza per una formazione della sensibilitร interculturale, per abbattere lo stereotipo che porta a considerare la propria cultura come centrale, dominate su tutte le altre per importanza.
Del resto consiste esattamente in questo la valenza educativa della Geografia, ovvero nella sua capacitร di contrastare le <
2002, pp.63-65], fornendo gli strumenti per la formazione dei cittadini del mondo.
Un approccio didattico basato sullโaccostamento di questa disciplina alla letteratura per lโinfanzia racchiude uno straordinario potenziale educativo. Stimola nel bambino la curiositร verso lโaltro, la sua storia, lโumanitร di cui รจ portatore. Rappresenta un percorso gioioso che conduce allโacquisizione di atteggiamenti di confronto, costruttivi e solidali.
BIBLIOGRAFIA:Bilancio demografico - ISTAT- 2007
F. Farinelli โ Grande dizionario enciclopedico- UTET - Torino 1991
Albanese L., Giorgio A.G. Geografia e intercultura: risultati di unโindagine svolta nellโAIIG della Puglia, in Ambiente Societร Territorio, n. 2-3
2002, pp.63-65
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